Fratture di Femore Prossimale
E’ noto che la frattura di femore prossimale, specie nella popolazione anziana, è causa non trascurabile di mortalità e disabilità.
L’incidenza appare particolarmente evidente sopra i 75 anni, quando aumenta sia la prevalenza dell’osteoporosi (più del 45% per le donne, più del 18% per gli uomini), sia il rischio di cadute. Le donne appaiono le più colpite, con un rischio più che doppio rispetto agli uomini in particolare a partire dai 65 anni, a conferma del ruolo rilevante dell’osteoporosi. Le fratture di femore prossimale si dividono in fratture mediali (intracapsulari) e fratture laterali (extracapsulari);
Le fratture mediali, a loro volta, si suddividono in sottocapitate, mediocervicali e basicervicali (Figg.1-2).
Fig. 1
Fig. 2
Se la frattura interrompe i vasi retinacolari è presente il rischio di necrosi avascolare e pseudoartrosi; il rischio è proporzionale al grado di scomposizione e viene valutato mediante imaging. La classificazione secondo Garden è attualmente tra le più utilizzate.
Le fratture laterali (Fig.3) interessano la porzione extracapsulare della parte prossimale del femore e vengono definite pertrocanteriche, poiché la rima di frattura si estende lungo la linea intertrocanterica fino al limite inferiore del segmento prossimale. La classificazione AO/OTA le suddivide in tre categorie; da un punto di vista pratico le fratture laterali prossimali di femore, vengono classificate come stabili ed instabili in base alla tenuta del muro postero mediale.
Fig. 3
Trattamento chirurgico
Gli obiettivi principali del trattamento chirurgico sono:
- ridurre la sintomatologia algica;
- consentire il carico o perlomeno una mobilizzazione precoce.
Trattamento chirurgico delle fratture mediali
- Le fratture intracapsulari composte o con minima scomposizione in valgo presentano un rischio di necrosi avascolare ridotto e possono essere trattate con un intervento chirurgico di riduzione e sintesi con viti cannulate in titanio (Fig.4)
Fig. 4
- Per le fratture scomposte ad alto rischio di necrosi avascolare (Garden III e IV) il trattamento chirurgico prevede la sostituzione protesica che, nella maggior parte dei casi, interessa solo la componente femorale, cioè un’ endoprotesi.
Trattamento chirurgico delle fratture laterali
Gli approcci chirurgici per questo tipo di frattura sono ad oggi molteplici; la maggior parte delle fratture pertrocanteriche viene trattata con chiodo endomidollare (Figg.5) mentre in alcuni casi la riduzione e sintesi avviene con placche e viti (Fig.6). I vantaggi di questi tipi di trattamento chirurgico sono: tempi operatori ridotti, minima aggressione locale dei tessuti molli, minor rischio di sanguinamento ed infezione.
Fig. 5
Fig. 6
Percorso seguito dal paziente, degenza e riabilitazione
- Accesso del paziente e prima valutazione presso Pronto Soccorso Ortopedico o Pronto Soccorso Generale.
- Ricovero presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dove viene completato il percorso diagnostico/terapeutico pre-operatorio mediante esami ematici, ECG, Rx torace, visita anestesiologica ed eventuali consulenze. Il paziente viene sottoposto ad intervento chirurgico in urgenza entro 24-48 ore o comunque il prima possibile (compatibilmente con le sue condizioni cliniche e le condizioni organizzative della struttura.)
- Nel post operatorio vengono eseguite rx di controllo, visita fisiatrica e viene impostato un protocollo riabilitativo con lo scopo di permettere al paziente la deambulazione precoce quando possibile o perlomeno la ripresa ed il mantenimento dell’articolarità e del tono-trofismo muscolare.